Gli avvocati, di solito,
tendono a sottovalutare l'importanza del marketing e lo associano erroneamente
ai divieti imposti dalla deontologia oppure alla mancanza di decoro.
Risulta infatti dalle
statistiche che il 70% degli avvocati:
1) ritiene inutile fare
marketing;
2) non sa come si fa
marketing;
3) ritiene poco dignitoso che
un avvocato debba compiere attività di marketing.
Curioso notare che più o meno
la stessa identica percentuale dichiara un basso livello di reddito.
L’avvocato medio italiano non
è mai stato molto incline al marketing, a causa di una serie di vecchie
restrizioni imposte dalla deontologia forense che hanno plasmato una certa
mentalità…
Oggi, per fortuna, i tempi
sono cambiati: alcune norme sulla deontologia sono state modificate e, quindi,
è diventato possibile, anche per un avvocato, fare ricorso al marketing per
intercettare la domanda dei potenziali clienti.
Gli avvocati sono generalmente
poco consapevoli delle potenzialità e delle possibilità offerte dal marketing
online, e quei pochi che lo fanno tendono a delegarlo a qualche agenzia che si
occupa, contestualmente, del marketing della pizzeria o del negozio di
materassi.
E’ chiaro che l'approccio deve
essere necessariamente diverso: il social media manager che gestisce la
pubblicità di queste attività commerciali non conosce le problematiche degli
avvocati e dei loro clienti. Ne consegue che l'attività di marketing sarà, quanto
meno, inefficace, inutile e dispendiosa.
Un altro motivo della
resistenza degli avvocati alle attività di marketing credo che risieda nel
fatto che siamo legati ad una visione sbagliata di tale attività,
confondendola, spesso e volentieri, con la pubblicità aggressiva e pacchiana
che ci martella costantemente da tutte le parti.
Se, invece, intendiamo il
marketing come quell’insieme di attività rivolte al nostro mercato di
riferimento (i nostri potenziali clienti) al fine di farci percepire, anche in
maniera sobria e nel rispetto delle regole della deontologia, come un’autorità
nel nostro settore, come la persona che può risolvere al meglio il problema del
nostro potenziale cliente, ecco che non dovremo più essere costretti ad
accettare compromessi, ma saranno i clienti a chiamarci e a chiederci di
seguirli.
L'avvocato moderno deve essere
disposto a cambiare le sue credenze e le sue vecchie abitudini, se queste non
l'hanno portato al successo che desiderava; deve smettere di applicare i vecchi
metodi, se questi non hanno portato i risultati che si aspettava.
Non è una critica o un
giudizio alle generazioni precedenti, che meritano tutto il rispetto; i tempi
erano diversi…
Il passaparola poteva andar
bene, come strategia di marketing, quando gli avvocati erano un terzo o un
quarto rispetto ai numeri attuali.
Oggi, specialmente a livello
locale, anche la scelta di un avvocato può avvenire su internet, in base ad una
serie di criteri che è necessario conoscere se si vuole intercettare la domanda
dei potenziali clienti, domanda che è sempre esistente, forse anche più di
prima. Quindi, il passaparola classico e il marketing online possono lavorare
in sinergia, amplificando reciprocamente i loro effetti.
Pensa che tu potresti essere
l’avvocato migliore del mondo, ma se non lo sa nessuno non c’è passaparola che
funzioni.
Proprio per venire incontro
alle necessità dei colleghi che vogliono ottenere maggiore visibilità, ho
creato un videocorso di legal marketing a livello locale, in cui insegno un
sistema, un processo molto semplice con il quale un avvocato, anche senza
grandi conoscenze informatiche, può attirare clienti in target, utilizzando
strumenti completamente gratuiti, senza spendere soldi in pubblicità.
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